Quello che sulla Terra sapete

Federica Soprani

Titolo: Quello che sulla Terra sapete
Autore: Federica Soprani
Editore: Edizioni Il Vento Antico
Prima edizione: 15 marzo 2017
Pagine: 82
Prezzo: Ebook €2.49 - Brossura €5.49


Quando un'autrice riesce a conquistarti con un suo lavoro, non puoi fare a meno di mettere le mani su tutto ciò che produce in seguito. Pure su ciò che, di solito, non ti ispira.
Per esempio, io non amo le raccolte di racconti, l'ho ripetuto più volte, ma gli autori che mi piacciono continuano a scriverne... che faccio, non le leggo? Eresia.
E quindi eccomi qui a recensirne una di Federica Soprani, di cui ho letto i primi quattro episodi della serie a quattro mani scritta con Vittoria Corella, Victorian Solstice, il racconto contenuto in Occhi di drago e il primo episodio di Victorian Vigilante, sempre scritto in tandem con la Corella (e che devo ancora recensire, disonore su di me).

Col suo stile ricco ed evocativo la Soprani ci racconta cinque storie il cui fil rouge è l'amore. Amore che si manifesta in varie forme, non sempre corrisposto, non sempre realizzato, ma che colpisce il cuore del lettore in ogni pagina.
Ho apprezzato moltissimo il primo racconto, Il Cristo Velato, che è stata una scelta azzeccata come apertura della raccolta, a mio parere. Mi ha colpita in particolare l'idea di base su cui è stato intessuta la narrazione: inquietante e struggente.

Ben presto, però, i sorrisi e le belle parole non bastarono più a preservarlo dalle attenzioni indesiderate. Dio deve essere ben crudele se talvolta invia i suoi angeli tra gli uomini senza lasciar loro le ali per poter volare via, prima che l'orrore del reale li stritoli e li annienti.

Del secondo, Beata Beatrix, ho apprezzato l'idea del colpo di scena finale, rivelato solo nelle ultime pagine, ma che con la giusta attenzione si può intuire man mano che procede il racconto.

L'amore rende immortali. Chi ne è oggetto vive per sempre.

Tuttavia, quello che ho preferito in assoluto è L'Angelo di fuoco, terzo racconto. Ho amato l'ambientazione e le descrizioni evocative che l'autrice ha saputo dare di Venezia. Sembrava di sentire e assaporare l'atmosfera della Serenissima, di passeggiare tra le sue calli, di trovarsi immersi nel suo Carnevale e, nel momento più cupo, di avvertire il pericolo della peste nera.

Non era stata mia intenzione ritornarvi così presto, ma la Serenissima era un'amante impossibile da ignorare, insaziabile da soddisfare. A scadenze regolari pretendeva il suo tributo, e sebbene io mi trovassi distante, per quanto lontano potessero condurmi i miei viaggi, l'anelito di far ritorno al suo grembo accogliente, così ricco di promesse e prodigo di piaceri, mi costringeva a ripercorrere i miei passi, come un cane legato da una troppo dolce catena.

Insieme al protagonista, Jamal, ho amato il personaggio di Fenice, la curiosità di conoscere la sua storia e il suo destino mi ha avvinta e le pagine scorrevano quasi senza accorgermene tanto mi sono trovata coinvolta.
In questo racconto ho anche trovato il mio passaggio preferito del libro: le pagine in cui viene descritta l'esibizione di Fenice a cui assiste Jamal sono assolutamente meravigliose.

La sua voce era ora una frusta, ora un velo color zafferano, ora una folata di vento.

Il quarto racconto, 6-12-1815, è forse quello che mi ha colpita di meno, vuoi per brevità o per il soggetto scelto, ma rimane comunque molto apprezzabile.

Il racconto conclusivo, L'ultimo caffè, è un degno finale per Quello che sulla Terra sapete. Tosca è la protagonista quindicenne, che si è affezionata e innamorata dell'Inglese, che lei chiama Professore, un uomo di cui non sa nulla e che è ospite della pensione dei genitori. L'ho trovato dolce, delicato e lascia con un tocco di malinconia che non si fa dimenticare con facilità.

Aveva capito che l'amore non aveva bisogno di essere corrisposto per essere amore.

Non posso che consigliare la lettura di Quello che sulla Terra sapete: vi saprà sorprendere e avvolgere tra le sue pagine.

Il mio voto

4 specchi e mezzo


Angharad

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