Gocce di magia | Trentatré

Ogni libro è una successione di immagini e parole. Spesso alcune di queste colpiscono più di altre, lasciandoci del libro quei ricordi che poi restano anche a distanza di anni. Questi piccoli frammenti di storie possono ricreare atmosfere ed emozioni.
Per questo condivideremo con voi un piccolo frammento di storia, nella speranza che lasci qualcosa anche in chi non l’ha ancora letta.

L'estratto di oggi è una delle parti e delle riflessioni che più ho amato di Trentatré, il romanzo di Mirya di cui Ang ci ha parlato la scorsa settimana. Spero vi piaccia e vi incuriosisca.

Trentatré, Mirya

«Tu credi di sapere tutto prima di partorire» continuò Juliette. «Poi giorno dopo giorno lui ti dimostra che non sai proprio niente, e che per insegnarglielo devi prima impararlo. Non mi sarebbe mai venuto in mentre di dover capire perché è sbagliato staccare le zampe ai grilli. Ora lo so, perché ho dovuto trovare una motivazione convincente per Giovanni, ora non è più solo qualcosa che ho imparato per imposizione, ma qualcosa che ho imparato per scelta. Il suo libero arbitrio crea il mio.»
Grace sembrava far fatica a seguire il discorso, mentre per Michele era chiarissimo, anche se gli mancava la parte iniziale. Perché lui quel discorso non aveva bisogno di sentirlo: lo vedeva ogni giorno nel rapporto tra Juliette e Giò Giò e ne conosceva la parte finale. Era la parte della rinascita.
«Ed è proprio questo che ti aiuta a cercare il senso» proseguì D. «Siete voi che mi aiutate a cercare il senso. Le vostre scelte, sia quelle giuste che quelle sbagliate, mi pongono delle domande che io non mi sarei posto, e ci spingono a cercare le risposte insieme.»

Avete letto Trentatré?
Vi incuriosisce?

Amaranth

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