Le affinità elettive

Johann W. Goethe

Titolo: Le affinità elettive
Titolo originale: Die Wahlverwandtschaften
Autore: Johann W. Goethe
Traduttore: Ada Vigliani
Editore: Arnoldo Mondadori
Prima edizione italiana: Arnoldo Mondadori 1988
Prima edizione: 1809
Pagine: 291
Prezzo: 6,80 euro

E dopo Il sosia, eccomi a parlarvi di un altro classico, questa volta di un autore tedesco.
Le affinità elettive sono una delle opere più conosciute di Johann W. Goethe e, anche se non l’avete letto, sicuramente l’avrete sentito almeno nominare.
Il titolo prende spunto dalle affinità chimiche che legano appunto gli elementi chimici portandoli a unirsi con certe sostanze piuttosto che con altre. All’inizio del romanzo troviamo un brano dove Edoardo e il Capitano spiegano a Carlotta, moglie del primo, proprio questa caratteristica naturale.
All’inizio ci viene infatti presentata la coppia di Edoardo e Carlotta, in perfetta armonia nella loro vita quotidiana. A rompere questo delicato equilibrio è l’arrivo di altri due personaggi, gli elementi C e D che vanno a rompere l’affinità tra A e B. Il Capitano è un amico di lunga data della coppia e Ottilia è invece la nipote di Carlotta. In particolare quest’ultima sarà la causa dello screzio tra i due coniugi.
Dopo diverso tempo passato insieme sotto lo stesso tetto, Edoardo si scopre perdutamente innamorato di Ottilia e lei, giovane e ingenua, non può che ricambiare l’ardore con cui viene amata.
Nello stesso tempo, anche Carlotta si rende conto di provare dei forti sentimenti verso il Capitano ma, consapevole del suo ruolo di moglie, si rassegna a soffocarli per il bene del matrimonio. Si risolve quindi a veder partire l’uomo e a dedicarsi di nuovo a Edoardo, ma il marito è ormai preso completamente da Ottilia e vuole chiedere il divorzio.
Tra i quattro personaggi si instaura quindi un rapporto piuttosto complesso, e il ruolo centrale è giocato dallo stesso Edoardo che, invece di ascoltare i consigli degli amici e dei conoscenti che lo invitano alla calma e alla prudenza, non riesce a trattenere la passione da cui è divorato.

Nei suoi sentimenti, come nelle sue azioni, non c’è ormai più alcuna misura. La coscienza di amare e di essere amato lo spinge verso l’infinito. Come gli paiono mutati le stanze e i luoghi lì intorno. Nemmeno in casa sua si ritrova più. La presenza di Ottilia gli cancella tutto il resto: è totalmente immerso in lei, non riesce più a pensare a nient’altro, la sua coscienza è muta. Tutto ciò che in lui veniva tenuto sotto controllo rompe i freni; tutto il suo essere fluisce verso Ottilia.

Per una serie di eventi, Edoardo parte per la guerra, ma chiede a Carlotta di aver cura di Ottilia, di non allontanarla dalla loro casa. Se non gli darà ascolto, lui tornerà per farla sua.
È facile immaginare che questi eventi non possono che portare alla tragedia finale, ma non vi svelo altro.
Ammetto di non aver ancora deciso se questo libro mi è piaciuto o meno.
Lo stile è ricco, con brani poetici e altri che definirei quasi filosofici.
«(…)Com’è difficile per l’uomo valutare esattamente ciò che deve sacrificare per ottenere qualcosa; com’è difficile volere il fine e non disdegnare i mezzi! Molti scambiano addirittura i mezzi per il fine, godendo dei primi e perdendo di vista il secondo. Il male viene curato nel punto in cui si manifesta e non ci si preoccupa di stabilire dove ha veramente origine, da dove trae la sua forza. Per questo le decisioni collettive sono così difficili, soprattutto con la massa, che ha molto buon senso per l’ordinaria amministrazione, ma che di rado sa vedere oltre l’indomani. Se si aggiunge poi che, nelle iniziative comuni, uno ci guadagna e l’altro ci perde, è chiaro che sulla base di accordi non si conclude nulla. Il bene veramente comune dev’essere promosso dalla sovranità illimitata».

Ma proprio questa tendenza alla speculazione sui temi più disparati mi ha fatto rallentare la lettura.
Apprezzo i romanzi che cercano di dare spunti di riflessione, ma in questo caso i dialoghi tra i personaggi mi sono sembrati un po’ troppo artificiosi per scorrere naturalmente. A volte ho avuto l’impressioni di trovarmi davanti a tanti brevi trattati.
Passando ai personaggi, poi, devo ammettere di averli odiati a tratti quasi tutti.
Edoardo è un egoista egocentrico (perdonate l’allitterazione) che non esita a sistemare la moglie con l’amico per poter stare con la nuova fiamma. Nella sua testa è tutto perfetto e tutti saranno felici, e non si rende minimamente conto delle difficoltà che crea a tutto il gruppo.
Ottilia potrebbe essere definita la rovina famiglie della situazione, se non fosse descritta e presentata con tratti così angelici che la cosa peggiore che le si può imputare è l’ingenuità. Carlotta invece mi ha suscitato molta simpatia e compassione, se non altro per la sfortuna di essere sposata con un elemento del genere. In ogni caso ho trovato fastidiosa anche lei, quando alla fine si rassegna a concedere il divorzio al marito per far felice lui e Ottilia, ma non si promette al Capitano (che nel frattempo è diventato pure Maggiore). Insomma, già che la cornificava, tanto valeva approfittarne e sistemarsi con l’altro, no? Ma immagino che dopo l’esperienza passata abbia deciso che di uomini ne aveva abbastanza, quindi non mi sento di condannarla del tutto.
Finito lo sfogo sui personaggi, posso dire che il romanzo non mi è dispiaciuto, ma non mi ha soddisfatta del tutto.
Al liceo ho letto I dolori del giovane Werther e ricordo che mi era piaciuto, nonostante la pateticità fin troppo pronunciata. Anche ne Le affinità elettive ho trovato una predilezione per il patetismo fin troppo accentuata, ma in qualche modo è temperata da discorsi più moderati, forse perché si tratta di un’opera più matura.
Se qualcuno ha letto questo romanzo sono curiosa di sapere cosa ne pensate dato che, come avrete capito dalla recensione, ancora non mi sono fatta un’idea precisa su cosa mi abbia trasmesso quest’opera.

Il mio voto

3 specchi

Alaisse
Questa recensione partecipa a Tributes Reading Challenge.

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